Un burnout può scombussolare completamente la vita e mettere a dura prova chi ne è vittima. Dopo la necessaria fase di ristabilimento e autoriflessione arriva, prima o poi, il momento in cui riprendere l’attività lavorativa: un passo che richiede coraggio, prudenza e soprattutto un’efficace strategia.
Anche se è importante prendersi tutto il tempo necessario per recuperare le energie perdute, il rientro resta un elemento essenziale per attenuare le conseguenze del burnout. Risulta inoltre particolarmente utile approfondire le implicazioni di questa sindrome e saperne identificare le possibili cause scatenanti. Ciò consente di adottare misure di tipo preventivo per evitare in futuro sovraccarichi eccessivi del personale e quindi un’eventuale ricaduta.
Non c’è una risposta univoca a questa domanda. In generale si può dire che, a livello psichico, il lavoro è un fattore di protezione primario in quanto garantisce un certo tenore di vita, contatti sociali e un ritmo quotidiano regolare. Occorre sottolineare che riuscire a lavorare con un burnout dipende dalla persona affetta da questa sindrome. Ai fini della guarigione e del ripristino duraturo della capacità lavorativa sono determinanti una diagnosi tempestiva, un supporto professionale e un approccio basato sulla cautela.
Prima del ritorno al posto di lavoro, è indispensabile intrattenere un dialogo aperto con la vostra collaboratrice o il vostro collaboratore. Concordate insieme l’iter per il rientro. È consigliabile prevedere una ripresa graduale delle mansioni, cominciando con un grado di occupazione ridotto o un orario di lavoro flessibile. Questo permette un reinserimento «soft» e minimizza un potenziale stress. In questa fase è importante anche seguire da vicino lo stato di salute e le condizioni di benessere della vostra collaboratrice o del vostro collaboratore. Verificate che faccia regolarmente delle pause, stabilite chiari limiti e incentivate un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Per una persona reduce da burnout, la ripresa rappresenta un passaggio difficoltoso sia sul piano emotivo che mentale. Durante questa fase il supporto dell’entourage – colleghe e colleghi, amicizie, famiglia, coach – può servire ad facilitare il rientro. In tale contesto, come datrici o datori di lavoro assumete un ruolo decisivo nel fornire un appoggio fattivo e nel creare un ambiente di lavoro positivo.
Care Management e Case Management affiancano il personale vittima di burnout e le rispettive aziende lungo tutto il percorso di guarigione e ripresa, permettendo una piena riuscita del reinserimento.
Nella vostra veste di datrici o datori di lavoro avete grosse responsabilità nella problematica del burnout in ambito lavorativo. Potete infatti influire sulla salute e sulla motivazione del vostro personale e svolgere così attivamente un’azione preventiva del burnout. Ma cosa potete fare in concreto?