In Svizzera il numero di coloro che lavorano a tempo parziale è in continuo aumento. Il lavoro a orario ridotto, tuttavia, incide pesantemente sulla cassa pensione e chi non prende in mano la situazione rischia gravi lacune previdenziali. Alla luce di ciò, la previdenza privata diventa più importante che mai.
Fino a qualche anno fa a optare per un grado di occupazione ridotto erano soprattutto le donne con figli. Nel frattempo le cose sono cambiate e oggi la scelta di lavorare a tempo parziale non è più dettata esclusivamente dalla necessità di accudire i bambini. Dietro può esserci per esempio anche il desiderio di dedicarsi a un hobby impegnativo, al volontariato o all’ampliamento di un’attività indipendente svolta in parallelo o, più semplicemente, l’esigenza di conciliare meglio la vita professionale e quella privata. Probabilmente mai prima d’ora così tante persone hanno avuto il privilegio di poter organizzare la vita quotidiana in funzione delle esigenze personali.
Ma per quanto allettante possa essere la prospettiva di un impiego a tempo parziale, non mancano i risvolti negativi. E questi riguardano soprattutto la previdenza per la vecchiaia. Il sistema previdenziale svizzero è un prodotto della storia e, come tale, è concepito per gli occupati a tempo pieno. Per ora può darsi che quel che guadagnate lavorando a tempo parziale sia sufficiente. Ma, dal punto di vista finanziario, come si prospetta il vostro futuro? Probabilmente i contributi che versate oggi non vi permetteranno di mantenere l’attuale tenore di vita anche da anziani. Verificate quindi oggi stesso su quale rendita di vecchiaia potete contare. Avrete così il tempo necessario per colmare eventuali lacune previdenziali, per esempio costituendo un capitale di vecchiaia supplementare nel 3° pilastro (pilastro 3a o 3b).
Oggi in Svizzera quello del lavoro a tempo parziale è un modello molto diffuso. Il 39 per cento degli occupati lavora a tempo ridotto. In fatto di posti di lavoro a tempo parziale, in Europa la Svizzera è dunque seconda soltanto ai Paesi Bassi (51 per cento). Il numero delle donne con un impiego a tempo parziale è di tre volte superiore a quello degli uomini e sei donne su dieci lavorano attualmente con un grado di occupazione ridotto (fonte: Ufficio federale di statistica, 2022). A vedere di buon occhio il lavoro a tempo parziale sono soprattutto le donne con figli: in molti casi, infatti, quella di lavorare a tempo pieno occupandosi nello stesso tempo della famiglia non è una soluzione praticabile.
Chi lavora meno, guadagna meno e versa meno contributi all’AVS (previdenza statale = 1° pilastro) e nella cassa pensione come da LPP (previdenza professionale = 2° pilastro). Più tardi ciò inciderà negativamente sulla rendita. La Conferenza svizzera delle/dei delegate/i alla parità fra donne e uomini raccomanda pertanto di non scendere stabilmente al di sotto di un grado di occupazione del 70 per cento.
La lacuna previdenziale cresce ulteriormente laddove, per un certo periodo, si smetta di lavorare, per esempio per occuparsi a tempo pieno dei figli per un paio di anni o per girare il mondo. Gli anni di contribuzione che vengono così a mancare si traducono in una sensibile riduzione della rendita.
In Svizzera le persone che svolgono un’attività lucrativa sono tenute a versare dei contributi all’AVS e, nella maggioranza dei casi, anche alla cassa pensione. In cambio, a partire dal pensionamento viene loro erogata una rendita di vecchiaia, la cui entità dipende dai contributi complessivamente versati nel corso della vita lavorativa. Insieme, la previdenza statale e quella professionale devono garantire a chi va in pensione la possibilità di mantenere il tenore di vita abituale. A tal fine occorrerebbe un importo pari all’80-90 per cento del reddito precedente. Oggi, tuttavia, le rendite AVS e LPP coprono solo il 60 per cento circa dell’ultimo salario, in molti casi addirittura meno. La lacuna previdenziale consiste nella differenza tra rendita percepita e costo effettivo della vita.
Chi, una volta in pensione, vuole avere a disposizione la rendita massima di CHF 2'450 mensili, deve percepire un reddito annuo medio di CHF 88'200. In molti casi, tuttavia, il lavoro a tempo parziale non permette di raggiungere questo livello reddituale. Ancora di più pesano le lacune contributive: per ogni anno di contribuzione mancante viene infatti applicata una riduzione della rendita nell’ordine del 2,3 per cento. Per evitare che ciò avvenga, nei periodi in cui non lavorate dovrete versare di vostra iniziativa il contributo minimo AVS annuo, che attualmente corrisponde a CHF 514. Se lo desiderate, potete chiedere alla cassa di compensazione un estratto del vostro conto AVS. Le lacune contributive possono essere colmate entro cinque anni versando a posteriori il contributo minimo.
Se guadagnate più di CHF 22'050 all’anno, il datore di lavoro è tenuto a iscrivervi alla cassa pensione come da LPP (Legge federale sulla previdenza professionale). Chi, tuttavia, non raggiunge questa soglia d’ingresso, non è assicurato nel 2° pilastro. Per i lavoratori a tempo parziale, inoltre, la cosiddetta «deduzione di coordinamento» ha un effetto penalizzante.
Consiglio n. 1: per i collaboratori a tempo parziale, il regolamento della cassa pensione di alcune aziende prevede una deduzione di coordinamento ridotta. Se nel vostro caso non è così, chiedete se è possibile adeguare la deduzione di coordinamento al vostro grado di occupazione. Affrontate l’argomento anche al momento dell’assunzione.
Consiglio n. 2: se avete due lavori a tempo parziale, può darsi che la deduzione di coordinamento venga applicata due volte. Appurate se è possibile assicurare entrambi i redditi tramite un’unica cassa pensione, in modo che la deduzione di coordinamento venga computata solo una volta.
Effettuate versamenti nel 3° pilastro. Con un accantonamento mirato di capitale colmerete eventuali lacune previdenziali. Quella della previdenza vincolata (pilastro 3a) è una formula particolarmente azzeccata sia in vista di un processo di risparmio a lungo termine sia ai fini del risparmio fiscale. Gli affiliati a una cassa pensione possono infatti effettuare versamenti volontari annui per un importo massimo di CHF 7'056 (dato aggiornato al 2024). Se non siete coperti dall’assicurazione LPP, potete effettuare versamenti nel pilastro 3b.
Iniziate presto. Prima cominciate a risparmiare e meglio è. Con il tempo, rinunciando a piccoli importi riuscirete a predisporre senza troppi sacrifici una solida previdenza privata e raggiungerete i vostri personali obiettivi di risparmio.
Investite con profitto. Lasciate che il vostro denaro lavori per voi, per esempio investendo in fondi o azioni. Con una diversificazione a largo raggio e un lungo orizzonte d’investimento ridurrete al minimo i rischi. Il nostro consiglio: le soluzioni previdenziali del pilastro 3a come SmartFlex possono essere impostate in maniera tale da soddisfare in pieno le vostre esigenze personali. Stabilite qual è il rapporto sicurezza-opportunità di rendimento a voi più congeniale. E decidete in cosa investire – per esempio solo in imprese sostenibili o solo in aziende svizzere.