Molte coppie decidono di convivere senza sposarsi. Tuttavia, le disposizioni in materia di previdenza che nel matrimonio sono ovvie, non valgono per il concubinato. Il nostro esperto vi svela come potete proteggere il vostro partner in modo del tutto semplice.
Quali aspetti deve considerare in tema di prevenzione una coppia che convive?
Mettiamo subito in chiaro: per essere considerati partner conviventi è necessario che la coppia dimostri di aver abitato allo stesso indirizzo per almeno cinque anni. Nell’ambito del primo pilastro non c’è una regolamentazione per le coppie in concubinato e quindi non ci sono neppure diritti. Nel secondo pilastro c’è la possibilità di rendere beneficiario su aspetti specifici il partner convivente. In presenza di figli comuni o in caso di convivenza per oltre cinque anni, il partner superstite può essere reso beneficiario del diritto alla rendita in caso di decesso. Nelle coppie senza figli il partner può essere definito come beneficiario nella cassa pensione. Nel pilastro 3a l’ordine dei beneficiari è chiaramente definito dalla legge. Al primo posto c’è sempre il coniuge. In mancanza di questo, seguono al secondo posto il partner convivente e i discendenti diretti.
Ho l’impressione che molte coppie in concubinato non sappiano di non avere nessun diritto legale all’eredità. A cosa occorre prestare attenzione?
Per rendere il partner titolare di una pretesa successoria deve essere steso un testamento in cui i diritti degli altri eredi vengano limitati alla quota legittima e quanto ancora disponibile venga attribuito al partner. Nel caso di coppie non sposate, hanno diritto alla porzione legittima i genitori e i figli del defunto. In assenza di testamento e di contratto successorio, per le coppie in concubinato senza figli la pretesa successoria spetta completamente ai genitori del defunto. Per le coppie con figli la pretesa successoria spetta alla prole.
«Per rendere il partner titolare di una pretesa successoria deve essere steso un testamento.»
Come possono proteggersi in modo ottimale i partner in concubinato?
Vi sono alcune cose relativamente semplici da fare: notificare il partner presso il datore di lavoro, in modo che possa beneficiare del secondo pilastro qualora dovesse succedere qualcosa. Definire il partner come beneficiario della previdenza del pilastro 3a. Come già menzionato, in questo caso si applicano i requisiti legali previsti per il riconoscimento di un concubinato: di regola la relazione deve essere provata da una convivenza durata almeno cinque anni. Il partner può essere tutelato anche con il pilastro 3b. In questo tipo di previdenza, il beneficiario può essere scelto liberamente – naturalmente sempre tenendo conto delle porzioni legittime legali. In ogni caso conviene parlare con un consulente di AXA, poiché in fatto di protezione ottimale sorgono sempre molte domande cui può essere risposto solo conoscendo la situazione personale degli interessati. Generalmente non è molto complicato e noi saremo lieti di aiutare.
Quali sono i vantaggi del concubinato?
Le coppie che convivono sono privilegiate sul piano fiscale, in quanto i loro redditi vengono tassati separatamente. Da questo punto di vista le coppie sposate sono spesso svantaggiate, perché i loro redditi vengono cumulati. Pur beneficiando di una tariffa fiscale più bassa, il doppio reddito finisce in una progressione fiscale più alta che implica la cosiddetta "penalizzazione fiscale" del matrimonio. Da una prospettiva giuridica e previdenziale il concubinato non comporta vantaggi, fatta eccezione per la semplicità di metter fine al rapporto.