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Contratto di lavoro: i dieci punti fondamentali

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Chi inizia un nuovo lavoro, ha trovato il suo primo impiego dopo gli studi o sta entrando nel periodo di apprendistato deve affrontare una realtà quasi completamente sconosciuta. Il contratto di lavoro è parte di questa realtà – una delle più importanti! Qui di seguito spieghiamo sia alle giovani leve che si affacciano al mondo del lavoro che alle dipendenti e ai dipendenti di lungo corso quali aspetti soppesare prima di apporre la propria firma sul contratto di lavoro.

1. Come e quando ricevo un contratto di lavoro?

In genere il contratto di lavoro rappresenta l’ultima tappa nell’iter di assunzione. Se i colloqui di presentazione e gli appuntamenti per approfondire la conoscenza hanno dato esito positivo, di solito il futuro datore di lavoro chiama per dare la buona notizia: «Il posto è suo!». Nella maggior parte dei casi, gli aspetti quali stipendio, vacanze, orari di lavoro e altre condizioni d’impiego vengono discussi nell’ultimo incontro o al più tardi al momento in cui si conferma la scelta della candidata o del candidato. Successivamente viene inviato il contratto di lavoro per mail o per posta. Conviene prendersi il tempo necessario per leggerlo con calma, controllando che tutto corrisponda esattamente a quanto pattuito. Prima di sottoscrivere qualcosa di non chiaro o con cui non si è d’accordo, ci si può rivolgere direttamente alla futura o al futuro superiore oppure alla persona responsabile presso HR per chiarire i propri dubbi. Una volta firmato il contratto di lavoro, la neoassunta o il neoassunto conserva una copia per sé e restituisce l’altra copia. In questo modo ognuno dispone sempre di una versione del documento che può consultare nel corso del rapporto contrattuale. Eventuali concessioni non contenute nel contratto di lavoro devono essere assolutamente aggiunte in forma scritta, come parte integrante o come complemento del contratto. 

2. Un contratto scritto di lavoro è indispensabile per ogni impiego?

La legge non prescrive obbligatoriamente un contratto di lavoro in forma scritta, anche gli accordi orali hanno validità contrattuale (art. 11 CO). Tuttavia, per un impiego è meglio redigere un contratto scritto in cui sono fissati tutti gli aspetti principali. Ciò serve a prevenire malintesi e si rivela utile qualora sorgano divergenze. In questo caso, la persona che fa valere un diritto deve dimostrare che tale diritto sussiste davvero ed è legittimo. Il contratto scritto di lavoro diventa quindi un importante documento giustificativo.

3. Che cosa dev’essere regolato nel contratto di lavoro?

Nel contratto scritto di lavoro devono figurare le seguenti indicazioni:

  • nomi delle parti contraenti
  • data d’inizio del rapporto di lavoro
  • funzione da ricoprire
  • stipendio e supplementi salariali
  • orario di lavoro
  • regolamentazione delle vacanze
  • accordi speciali, ad es. trattamento delle ore straordinarie o divieto di concorrenza

Spesso, oltre al contratto di lavoro, esiste anche un regolamento del personale o un regolamento aziendale in cui sono specificate le disposizioni valide per tutti i dipendenti, ad es. il numero di ore lavorative da prestare, il diritto alle vacanze o il rimborso delle spese. Anche questi regolamenti valgono come parte integrante del contratto. Se determinati aspetti non sono stabiliti esplicitamente nel contratto di lavoro, è consigliabile leggere i regolamenti di riferimento. 

4. In che cosa consiste il periodo di prova?

Il periodo di prova è un lasso di tempo durante il quale la neoassunta o il neoassunto da un lato e il datore di lavoro dall’altro imparano a conoscersi e a capire se sono compatibili. Serve quindi a entrambe le parti. Inoltre offre alla nuova collaboratrice o al nuovo collaboratore la possibilità di comprendere a fondo le mansioni da svolgere e le dinamiche del team e al datore di lavoro di valutare meglio l’idoneità della nuova collega o del nuovo collega nel contesto aziendale e le sue capacità rispetto al posto occupato. Nel periodo di prova valgono termini di disdetta più brevi: infatti il rapporto di lavoro può essere rescisso dalle due parti in tempi più rapidi di quelli normalmente applicati. Generalmente nel contratto di lavoro vengono definiti la durata del periodo di prova e i termini di disdetta validi. In mancanza di indicazioni precise, a norma di legge il periodo di prova per un contratto di lavoro a tempo indeterminato dura un mese. Sono possibili però altre durate, fino a tre mesi al massimo. In un contratto di lavoro a tempo determinato la legge non prevede un periodo di prova, ma anche in questo caso il datore di lavoro può decidere liberamente, concordandone uno e inserendolo nel contratto di lavoro. 

5. Nel contratto di lavoro devono essere fissati i termini di disdetta?

In linea generale nel contratto di lavoro vengono riportati i termini di disdetta da rispettare. Se il contratto di lavoro o il contratto collettivo di lavoro (CCL) non contiene indicazioni al riguardo, vale quanto segue: 

  • sette giorni civili durante il periodo di prova
  • un mese nel primo anno di servizio, per fine mese
  • due mesi tra il secondo e il nono anno di servizio, per fine mese
  • tre mesi dal decimo anno di servizio, per fine mese

La dicitura «per fine mese» vuol dire che la disdetta viene data sempre per l’ultimo giorno di un mese. Ad esempio, se un contratto di lavoro viene disdetto il 10 giugno con un termine di disdetta di un mese, il rapporto terminerà il 31 luglio (appunto per fine mese) e non il 10 luglio. 

6. Che cos’è meglio: un termine di disdetta breve o lungo?

Difficile dirlo, dipende dal caso specifico. Se si desidera cambiare velocemente il posto di lavoro, conviene avere un termine di disdetta breve. Bisogna ricordare peraltro che anche il datore di lavoro ha lo stesso termine, per cui si corre il rischio di ritrovarsi in poche settimane senza reddito. Un termine di disdetta lungo offre una sicurezza (finanziaria) e più tempo per cercarsi un nuovo impiego, d’altra parte però penalizza chi vorrebbe passare con flessibilità a un altro posto. Nel blog «Licenziamento? Consigli per l’iscrizione all’URC» spieghiamo che cosa fare in caso di disdetta da parte del datore di lavoro.

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7. Le vacanze devono essere regolate anche nel contratto di lavoro?

Pensare alle ferie ancora prima di iniziare non è proprio il massimo. Chi vuole notificare le proprie vacanze già nei primi giorni di lavoro può farlo, ma deve riflettere bene all’immagine che dà di sé. È importante comunque che il diritto alle vacanze sia sancito nel contratto di lavoro. In Svizzera le dipendenti e i dipendenti fino a 20 anni hanno diritto ad almeno cinque settimane di vacanze all’anno, dai 21 anni in poi ad almeno quattro settimane. Chi ha programmato definitivamente o ha già prenotato le ferie prima dell’entrata in servizio, deve comunicarlo tempestivamente; l’occasione migliore è il colloquio di presentazione. Tenete sempre presente che la trasparenza e la lealtà sono valori primari per entrambe le parti.

8. Mi piacerebbe lavorare in home office. Occorre che sia previsto nel contratto di lavoro?

La flessibilità nel lavoro – in ufficio, a casa o all’estero – diventa sempre più importante per molte persone. Per questo deve essere stabilito in modo chiaro quale sia il luogo in cui l’attività viene esercitata. Se non specificato nel contratto di lavoro, il luogo di lavoro deve essere riportato nel regolamento del personale. Possono essere indicati anche vari luoghi, a seconda del grado di flessibilità concessa. In linea di principio non sussiste un diritto all’home office. Tuttavia, nel caso rappresenti una necessità (ad es. per motivi di salute), è essenziale che vengano definiti i presupposti e venga redatto un accordo a parte, rigorosamente in forma scritta. Trovate maggiori informazioni a proposito del lavoro in home office nel nostro blog «Lavoro in home office: quali sono i diritti e i doveri del lavoratore?».  

9. Che cosa devo verificare in relazione alle assicurazioni sociali?

Le assicurazioni sociali non sono certo la cosa più entusiasmante al primo impiego. È opportuno comunque esaminare attentamente le condizioni. Ci sono aziende che offrono prestazioni sociali superiori al minimo. Ad esempio, un datore di lavoro può portare l’indennità giornaliera in caso di malattia dall’80 al 100 per cento, così se ci si ammala si percepisce lo stipendio pieno oppure può stipulare un’assicurazione privata contro gli infortuni per tutto il personale. 

10. Che cosa posso fare se non sono d’accordo con le condizioni del contratto di lavoro?

Come ogni altro contratto, anche quello di lavoro può essere oggetto di trattative. Chi ha delle domande sul contratto di lavoro appena ricevuto deve rivolgersi subito al futuro datore di lavoro per chiarire i propri dubbi. Nel colloquio di presentazione sono state fatte promesse che non risultano nel contratto di lavoro? In questo caso si deve assolutamente sollecitare un colloquio con il futuro datore di lavoro oppure con la persona responsabile presso HR. Una volta firmato il contratto di lavoro è molto più difficile negoziare le condizioni.

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