L’agricoltore Hans-Heinrich Heusser non avrebbe mai pensato che caricare una piccola batteria sarebbe stata la sua sventura. Ma a giugno dello scorso anno è successo proprio questo: la sua officina avvolta nelle fiamme e l’appartamento soprastante della figlia Fabienne annerito dalla fuliggine. Un evento che ha ulteriormente unito la famiglia.
«Qui era tutto nero», racconta l’agricoltore Hans-Heinrich Heusser e guarda la sua officina, dove trascorre ogni giorno molte ore. Anche martedì 8 giugno 2021 ha lavorato fino a tarda sera, dovendo riparare un’asciugatrice. «Parallelamente all’allevamento di vacche nutrici gestiamo immobili, e ci troviamo quindi a svolgere molti lavori di manutenzione. C’è sempre qualcosa da fare», spiega. Come sempre sul banco da lavoro vicino a lui c’erano alcune batterie di macchine e dispositivi, collegate alla corrente. Alle nove di sera il solerte agricoltore credeva di essere giunto al termine della giornata di lavoro: ha spento la luce ed è andato a casa dalla moglie Myrtha, a pochi metri di distanza dall’officina. Solo un po’ di tempo dopo gli è stato chiaro che la giornata era tutt’altro che finita.
Venti minuti più tardi uno dei loro nipoti è entrato correndo nel salotto, riferendo di un incendio nell’officina. Heiri Heusser – come viene chiamato – si è precipitato fuori. Tutta la famiglia del nipote e i vicini si erano già raccolti nel piazzale. Un angolo dell’officina si era trasformato in un vulcano, lo si vedeva chiaramente dalla finestra. Tutti insieme hanno infranto il vetro, versato acqua sul fuoco e chiamato i pompieri. «In un momento simile non si provano ancora emozioni. Ci si limita ad agire», racconta Heiri Heusser. Quando i pompieri sono arrivati, è andato nella stalla, adiacente all’officina, e ha tranquillizzato le sue circa 25 mucche e i 25 vitelli. Pur essendo spaventati, sono rimasti indenni. Nella stalla non c'era traccia dell’incendio. Diversamente dall'appartamento, situato direttamente sopra l’officina e ad essa collegato attraverso una porta che era rimasta aperta durante l’incendio.
L’appartamento appartiene a Fabienne Schäl-chli, una figlia di Myrtha e Heiri Heusser, che qui vive con la sua famiglia di sei persone. La famiglia era già fuori in cortile quando Heiri Heusser è uscito. Tutte le persone, quindi, fortunatamente erano al sicuro, ma l’intero appartamento era invaso dal fumo, tutto era stato annerito: gli album fotografici, gli oggetti personali. «Fa molto male», commenta la famiglia. Ma gli Heusser sono gente che si rialza. «Abbiamo avuto fortuna nella sfortuna. Nessuno si è fatto male, e per noi è quello che conta». Restare positivi e guardare avanti, è questo il loro motto. Una cosa era chiara: la famiglia non sarebbe potuta rientrare nell’appartamento tanto velocemente. «In simili casi AXA paga un alloggio sostitutivo», spiega Thomas Signer, ispettore sinistri di AXA, che è stato a fianco degli Heusser durante tutta la fase della rimozione del danno. Con quel denaro la famiglia avrebbe potuto alloggiare in un hotel o in un appartamento di vacanza. Ma con la modestia che la contraddistingue, si è trasferita nella casa di Heiri e Myrtha Heusser. «Ci siamo dovuti stringere un po’», racconta quest’ultimo e aggiunge con una strizzatina d’occhio: «Ho dovuto cedere perfino il mio letto! Ma finché si tratta solo di questo, c’è da essere contenti». È evidente: nella famiglia c’è una buona intesa, una grande coesione, che l'accaduto ha addirittura rafforzato.
Oltre ai pompieri, velocemente sul posto è arrivata anche la polizia che ha analizzato la causa dell’incendio e scoperto che la batteria di una torcia collegata alla presa di corrente aveva preso fuoco, facendo incendiare anche le altre batterie vicine. Sono state raggiunte temperature di 1000 °C. «Non avrei mai pensato che potesse essere pericoloso lasciare incustodita una batteria in carica. Tra l’altro una batteria piccola», aggiunge Heusser. L’esperto Thomas Signer conferma: «Il pericolo delle batterie viene sottovalutato». Consiglia, quando si effettua la ricarica – e questo per ogni genere di batteria, ad esempio anche quelle di cellulari o biciclette – di seguire le indicazioni del produttore e di tenere le batterie lontane da materiale infiammabile. Inoltre è importante utilizzare il cavo di ricarica originale. «È utile anche ridurre al minimo il numero di batterie», afferma Signer. Adesso, l’agricoltore presta particolare attenzione a questo aspetto. Se possibile utilizza ovunque le stesse batterie, così gliene servono poche. Nell’officina, inoltre, non lascia più alcuna batteria in carica durante la notte.
Heusser si dice soddisfatto dell’aiuto di AXA: «Thomas Signer è arrivato subito sul posto e, insieme all’assicurazione di stabili e all’esperto di risanamento Marc Geissmann della Polygon Schweiz AG, ha sistemato tutto. All’insegna della cooperazione e della semplicità». Grazie alla buona collaborazione, a poche settimane dall’accaduto la famiglia è potuta tornare nell’appartamento, e anche l’officina era nuovamente utilizzabile. «Per ogni oggetto abbiamo valutato se sostituirlo o ripararlo, e abbiamo pulito tutti i locali», racconta Marc Geissmann. Spesso gli oggetti personali danneggiati purtroppo non possono essere rimpiazzati. Ma almeno sul piano finanziario le famiglie Heusser e Schälchli sono tutelate grazie alla loro assicurazione di cose e della mobilia domestica. AXA ha indennizzato i danni nell’appartamento e nell’officina per un totale di 120 000 franchi.
Oggi l’officina è tornata a essere il regno di Heiri Heusser. «Qui posso lavorare, qui trovo la mia pace, qui mi sento bene», afferma l’agricoltore soddisfatto. Ma per oggi basta: va alla porta, dà un’occhiata alla presa multipla e chiude. Non c’è nessuna batteria in carica.