09.10.2023
Le assenze dal posto di lavoro compromettono fortemente il funzionamento delle piccole e medie imprese. Dallo studio AXA sulle PMI emerge che in prospettiva futura le assenze dovute a problemi psichici appaiono destinate ad aumentare ulteriormente. E inoltre: a risentire di questa problematica non sono soltanto le persone direttamente colpite, ma tutto il resto dell’organico.
L’indice lavoro-stress di Promozione Salute Svizzera mostra che oltre il 30 per cento della popolazione attiva si sente emotivamente esausta. Secondo Simon Weder, CEO di WeCare e quindi responsabile del management della salute in azienda per le attività con la clientela commerciale di AXA Svizzera, i motivi sono molteplici: «Oltre ai fattori di stress legati alla salute, alle tematiche politico-sociali e quelle sociali, anche l’attuale carenza di manodopera svolge un ruolo da non sottovalutare riguardo ai disagi provati sul lavoro. Se i posti vacanti in un’azienda non riescono a essere coperti, la pressione sulle collaboratrici e sui collaboratori aumenta. E il sovraccarico si trasforma spesso in assenze dovute allo stress».
Come evidenziato dai risultati dello Studio di AXA sul mercato del lavoro, nel 2022 il numero delle PMI colpite in misura sensibile da assenze dovute a disturbi psichici è aumentato dal 21 al 26 per cento rispetto all’anno precedente, mentre la quota delle imprese del tutto esenti da questo problema è sceso dal 41 al 36 per cento. Lo scorso anno, quindi, soltanto poco più di un terzo delle PMI partecipanti allo studio non è stato colpito da assenze dovute a problemi mentali. Ciò indica che la problematica della salute mentale si è ulteriormente inasprita.
È aumentato anche il numero di persone intervistate che ritiene che la frequenza delle assenze causate da problemi psichici sia aumentata nell’arco degli ultimi cinque anni: quasi un quarto delle PMI interpellate (24% rispetto al 17% nell’anno passato) ha registrato un aumento piuttosto significativo o nettamente significativo delle assenze, mentre poco più della metà stima che il numero sia rimasto invariato. Ben il 22 per cento degli intervistati ha invece constatato un calo dell’incidenza.
Le assenze prolungate, come spesso è il caso per le malattie dovute a problemi psichici, comportano un onere finanziario e organizzativo considerevole per le aziende. E sono soprattutto le piccole e medie imprese a risentirne maggiormente. Come principale conseguenza diretta delle assenze dovute a problemi psichici, il 54 per cento delle PMI interpellate ha indicato il maggiore carico di lavoro e le ore supplementari del restante organico. Poiché questo onere aggiuntivo può a sua volta acuire il problema, per le PMI è consigliabile adottare fin da subito misure di prevenzione per evitare assenze dovute a disturbi mentali, afferma il CEO di WeCare. «Un management della salute in azienda radicato sistematicamente come strategia globale contribuisce a individuare per tempo i rischi per la salute, ad adottare misure efficaci e quindi a mantenere e promuovere la salute delle collaboratrici e dei collaboratori in una prospettiva di lungo termine».
I risultati dello studio indicano che gran parte delle PMI interpellate si è già attivata in questa direzione. Per le aziende, l’enfasi è posta soprattutto sulle misure nell’ambito interpersonale, come ad esempio creare un ambiente lavorativo piacevole (42%) e promuovere una cultura aperta sul piano della comunicazione e del feedback (38%). Simon Weder è convito che si tratti di un approccio valido: «Un ambiente di lavoro positivo favorisce l’impegno e la motivazione dei dipendenti. Collaboratrici e collaboratori sani e motivati causano a loro volta meno infortuni e si ammalano di meno».
Circa un quarto delle PMI interpellate implementa inoltre misure volte al miglioramento del c.d. work/life balance, mentre un’azienda su cinque conduce sondaggi tra il personale. Soltanto il 15 per cento delle aziende consultate dichiara di non perseguire alcuna strategia di prevenzione. È invece proprio la prevenzione a fare una grossa differenza, spiega Simon Weder: «Secondo le statistiche, le aziende che investono nella salute dei propri dipendenti risparmiano sui costi e incrementano la produttività in maniera sostenibile».
Un importante strumento grazie al quale si possono anticipare le intenzioni di dimissioni, ma anche lo stress psichico delle collaboratrici e dei collaboratori, è il colloquio con il personale. Questo strumento funge in un certo modo da barometro sul grado di soddisfazione del personale. Oltre la metà delle PMI interpellate nello studio (56%) ha istituzionalizzato i colloqui con il personale, inserendoli tra i compiti fissi dei superiori, mentre per le PMI più grandi con oltre 50 dipendenti questa percentuale sale addirittura al 65 per cento.
In oltre un terzo delle PMI (39%) i colloqui con il personale non sono tuttavia stabiliti in modo fisso, bensì si svolgono a discrezione dei superiori (23%) o soltanto dietro richiesta delle collaboratrici e dei collaboratori (16%). I colloqui non sono sostanzialmente contemplati soltanto in una minima parte di PMI interpellate (5%). Nel complesso, quindi, per due PMI su cinque sussiste il potenziale per pianificare in modo fisso i colloqui con i dipendenti come strumento di prevenzione contro i fattori di rischio quali fluttuazione e stress psichico del personale. «I colloqui condotti a cadenza regolare con il personale permettono di individuare con maggiore facilità il sovraccarico mentale e di affrontare sistematicamente questa problematica. Spesso però i superiori non hanno la sensibilità necessaria per riconoscere i campanelli d’allarme dei problemi mentali: a differenza di una lesione fisica, di per sé evidente, servono una sensibilità particolare e polso fermo nella gestione dei casi; è infatti proprio questo il motivo per cui le aziende dovrebbero investire in percorsi formativi adeguati. Se le collaboratrici e i collaboratori sanno inoltre mettere in atto opportune strategie per una gestione efficace dello stress, possono superare con più facilità le fasi critiche sul posto di lavoro», spiega Simon Weder.
Per la conduzione del presente studio, l’istituto di ricerca Sotomo ha interpellato 301 PMI svizzere con un numero pari o superiore a cinque dipendenti della Svizzera tedesca e francese. I dati sono stati raccolti tra il 21 febbraio e il 1° marzo 2023 tramite il panel aziendale di AmPuls.
Con WeCare, AXA ha messo a punto un’offerta rivolta interamente alla salute del personale. WeCare offre alle imprese assistenza con un interlocutore personale per tutte le questioni collegate alla salute delle collaboratrici e dei collaboratori; tra i suoi servizi rientrano anche l’affiancamento professionale lungo tutto il processo di riabilitazione e reintegrazione in seguito ad assenze dovute a malattia o infortunio, così come misure individuali di prevenzione per una promozione mirata della salute.
Circa due milioni di clienti in Svizzera confidano nel know-how di AXA per quanto riguarda le assicurazioni di persone, cose, responsabilità civile, protezione giudica e sulla vita come pure per la prevenzione e promozione della salute e per la previdenza professionale. Grazie a prodotti e servizi innovativi negli ambiti mobilità, salute, previdenza e imprenditoria nonché a semplici processi digitali, AXA è al fianco delle sue clienti e dei suoi clienti come partner e con la sua promessa di marchio «Know You Can» li incoraggia a credere in se stessi anche in situazioni difficili. È questo l’obiettivo a cui lavorano quotidianamente circa 4500 collaboratrici e collaboratori e 3000 colleghe e colleghi della Vendita. Con oltre 340 succursali, AXA dispone della rete di distribuzione più ampia e capillare del settore assicurativo in Svizzera. AXA Svizzera fa parte del Gruppo AXA e nel 2022 ha conseguito un volume d’affari pari a 5,6 miliardi di franchi.