21.01.2021
Da quando è scoppiata la pandemia di coronavirus un’ampia parte dei lavoratori svizzeri svolge le proprie attività professionali da casa. Questo scenario comporta ripercussioni concrete anche ai fini della dichiarazione d’imposta per il 2020, l’anno del coronavirus. In particolare, sarà possibile scegliere tra la detrazione fiscale delle spese per l’infrastruttura oppure del forfait per le spese professionali.
È ormai trascorso poco meno di un anno da quando molti lavoratori e lavoratrici svizzeri hanno abbandonato l’ufficio open space della loro azienda per trasferirsi nella stanza di lavoro a casa. L’adeguamento dell’ambiente di lavoro e il venire meno del tragitto casa-lavoro producono ripercussioni concrete anche sulla dichiarazione d’imposta 2020, in particolare per quanto concerne le deduzioni delle spese per l’infrastruttura e del forfait per le spese professionali. Gregor Huber, esperto legale di AXA-ARAG, la maggiore assicurazione di protezione giuridica in Svizzera, spiega quali spese possono essere detratte dalle imposte in caso di lavoro da casa e quali costi non sono invece eventualmente più deducibili.
I contribuenti dovrebbero prestare un’attenzione particolare alla stanza di lavoro. «In linea di principio, la quota di affitto di una stanza di lavoro è fiscalmente deducibile soltanto se il dipendente deve svolgere effettivamente una parte considerevole del proprio lavoro da casa e il datore non mette a sua disposizione una postazione adeguata», spiega Gregor Huber. Secondo la prassi corrente, per «parte considerevole» si intende il 40 per cento di un impiego a tempo pieno, ovvero due giornate intere a settimana.
Affinché sia possibile avvalersi di tale deduzione, la stanza in questione deve essere sostanzialmente riservata a un uso professionale e quindi chiaramente configurata come stanza di lavoro. «Se qualcuno lavora nel soggiorno o in camera da letto, questa condizione preliminare non è data», specifica l’esperto legale. Poiché le condizioni sono molto rigorose, è presumibile che anche la presenza di un divano letto nell’ufficio allestito a casa non sarebbe ammessa, in quanto verrebbe meno la destinazione d’uso esclusivo come stanza di lavoro.
Se i suddetti requisiti per l’home office risultano adempiuti, le spese per l’infrastruttura possono essere portate in deduzione dalle imposte, tuttavia a condizione che i relativi importi non siano già stati rimborsati dal datore di lavoro. Questa fattispecie deve essere verificata individualmente dai contribuenti con l’ufficio del personale della propria azienda.
Sebbene da un lato lo scorso anno molti dipendenti abbiano effettivamente svolto il proprio lavoro da casa a causa della pandemia di coronavirus e possano quindi usufruire delle deduzioni suindicate, bisogna tuttavia considerare che, per contro, altri importi non potranno più essere dedotti. «Si tratta in particolare del forfait per spese professionali, ossia ad esempio i costi per il tragitto tra l’abitazione e il luogo di lavoro come un abbonamento annuale FFS, le spese supplementari per il vitto fuori casa, le deduzioni forfetarie per altre spese professionali e i costi di formazione e perfezionamento professionale», spiega Gregor Huber. Oppure, in altre parole: nella maggior parte dei cantoni, chi porta in deduzione il forfait per spese professionali non potrà detrarre le spese per l’home office.
Poiché nei singoli cantoni può trovare applicazione un quadro normativo specifico, in caso di dubbi Gregor Huber consiglia ai contribuenti di rivolgersi direttamente al rispettivo Ufficio delle imposte cantonale.
I dipendenti che nel 2020 hanno lavorato prevalentemente da casa possono quindi portare in deduzione le spese per l’home office oppure detrarre invece le spese professionali. Ai fini della prima opzione è utile conoscere il canone di locazione della stanza da lavoro. Per calcolarlo esistono diverse formule, come ad esempio valore locativo più spese accessorie, diviso per il numero di stanze più due, oppure valore locativo proprio netto più 10 per cento di spese accessorie, diviso per il numero di stanze più una. Per sapere quale formula trova applicazione nel proprio cantone di domicilio, è consigliabile informarsi direttamente presso l’Ufficio delle imposte cantonale di competenza.
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