28.05.2020
Dal 2019, nel comparto della previdenza professionale AXA è totalmente focalizzata sulle soluzioni semiautonome, che beneficiano di uno spazio discrezionale più ampio nella strategia d’investimento e consentono di riflesso una remunerazione più appetibile degli averi di vecchiaia. Oltre all’aliquota di conversione, per l’ammontare della futura rendita di vecchiaia è cruciale soprattutto la remunerazione degli averi di vecchiaia. La rendita in parola cambia sostanzialmente se l’avere di vecchiaia è remunerato all’1%, come il tasso d’interesse minimo LPP, o al 2%, come possibile nella semiautonomia.
Thomas Gerber, responsabile Previdenza di AXA Svizzera: «Il nostro obiettivo era di riportare su basi solide il secondo pilastro. La transizione alle soluzioni semiautonome ci consente di ridurre in ampia misura la ridistribuzione dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendita, mantenere più stabili le aliquote di conversione e assicurare migliori opportunità di rendimento ai nostri assicurati. L’eco positiva destata sul mercato ci conforta nella nostra convinzione che il passaggio alla semiautonomia era la sola scelta giusta».
Per le nuove fondazioni collettive semiautonome di AXA e i suoi assicurati, il passaggio compiuto nel primo anno dopo la trasformazione si è rivelato proficuo: nel 2019 AXA è riuscita a versare interessi per circa CHF 600 milioni in più di quanto sarebbe stato possibile con la precedente assicurazione completa. Gli assicurati hanno quindi beneficiato di una remunerazione decisamente più sostenuta, tant’è vero che nel 2019 i loro averi di vecchiaia sono stati remunerati mediamente con circa il 3,5%. Nel lungo periodo AXA ipotizza una remunerazione media del 2%.
Le fondazioni collettive di AXA vantano inoltre ottimi requisiti strutturali e finanziari, come un grado di copertura elevato, un tasso tecnico modesto, aliquote di conversione adeguate, una buona struttura d’età, una quota di beneficiari di rendite bassa e una percentuale elevata di avere di vecchiaia nel regime sovraobbligatorio,
Constance Reschke, responsabile Previdenza professionale presso AXA Svizzera: «Grazie alle riserve aggiuntive pari a CHF 3 miliardi le fondazioni collettive di AXA hanno avviato la gestione semiautonoma con un grado di copertura elevato e nel 2019 sono riuscite ad accrescere le loro riserve di fluttuazione. A fine 2019 il grado di copertura, a remunerazione avvenuta, si attestava in media sul 111%. La solida situazione finanziaria e strutturale consente alle fondazioni collettive di compensare nel tempo le eventuali oscillazioni di mercato. In un’ottica a lungo termine agli assicurati si aprono prospettive decisamente migliori di una rendita di vecchiaia più cospicua a fronte di spese complessive più contenute. Alle condizioni attuali, le soluzioni semiautonome sono più invitanti, eque e flessibili in qualsiasi scenario».
Il nuovo indirizzo ha consentito di accrescere in misura apprezzabile la quota azionaria, ovvero la classe di attivi che nel lungo periodo promette il rendimento più sostenuto. Al riguardo, AXA persegue una strategia d’investimento attenta ai rischi e con un’ampia diversificazione, il che conferisce stabilità in termini di performance e grado di copertura. Con una quota azionaria pari a circa il 30%, gli investimenti delle fondazioni collettive di AXA hanno un carattere piuttosto difensivo. A fine aprile 2020 il grado di copertura medio delle fondazioni collettive trasformate ammontava a oltre il 107%.
Daniel Gussmann, Chief Investment Officer di AXA Svizzera: «I mercati dei capitali e soprattutto i listini azionari evidenziano periodicamente oscillazioni a breve termine. Tuttavia, la previdenza professionale è un business impostato sul lungo periodo, per cui anche la strategia d’investimento abbraccia un orizzonte a lungo termine. Forti del nostro radicamento nel settore assicurativo, siamo abituati da sempre a investire i premi e gli averi previdenziali degli assicurati in modo sicuro e remunerativo. Di conseguenza, abbiamo puntato per tempo su classi di attivi interessanti come immobili e ipoteche svizzeri, immobili esteri, titoli societari e di private equity e abbiamo costruito il relativo know-how per effettuare investimenti interessanti e sostenibili per i nostri clienti».
Oltre alle sue nuove soluzioni LPP semiautonome AXA propone anche ad altre casse pensione e casse di previdenza un ricco ventaglio di servizi nei settori della gestione patrimoniale, gestione di casse pensione, riassicurazione, Case e Care Management, come pure soluzioni a tutto tondo per start-up, PMI o grandi aziende.
Invero il mercato svizzero delle casse pensione sta vivendo una profonda trasformazione. Oggi sono ancora presenti sul mercato circa 1600 istituti di previdenza, mentre nel 2004 erano più di 2900, con una diminuzione quindi del 45%. Al tempo stesso il numero degli assicurati è progredito da 3,2 milioni nel 2004 a 4,2 milioni di unità.
Gli istituti di previdenza rimasti sono chiamati a fronteggiare numerose sfide, a cominciare dai tassi ai minimi, dalla situazione impegnativa sul mercato dei capitali, dal cambiamento demografico e dalle condizioni quadro politiche a cui si aggiungono altre tematiche di rilievo come la crescente digitalizzazione, i requisiti sempre più stringenti posti a un’infrastruttura IT all’avanguardia come pure l’accresciuta esigenza di offerte come Case e Care Management. Il tutto fa della gestione di una cassa pensione un’attività impegnativa che assorbe molto tempo. Contestualmente cresce l’importanza di una buona soluzione di cassa pensione come tratto distintivo sul mercato occupazionale e della forza lavoro specializzata.
Thomas Gerber, responsabile Previdenza presso AXA Svizzera: «Questi sviluppi sollecitano tutti gli offerenti di soluzioni nella previdenza professionale, con l’effetto che numerose fondazioni sono costrette a darsi volutamente un nuovo indirizzo per rimanere appetibili nel lungo periodo. Vogliamo contribuire attivamente per riportare su basi solide il secondo pilastro e proporre soluzioni sostenibili per il futuro. Dopo la trasformazione riuscita del nostro proprio segmento LPP vogliamo sostenere altre casse pensione nel loro percorso e condividere con loro le nostre esperienze e competenze».
Il nuovo orientamento delle attività LPP di AXA all’inizio del 2019 si evidenzia come previsto nelle cifre del conto d’esercizio 2019.
Le raccolte di premi hanno lamentato un calo del 75,0%, scendendo a CHF 1,7 miliardi (2018: 6,8 miliardi), in quanto buona parte dei premi di risparmio non viene più contabilizzata presso AXA, bensì nelle nuove fondazioni collettive semiautonome. Su base comparabile i premi sono rimasti stabili. Nel primo trimestre 2020 il numero degli assicurati nell’ambito dei nuovi affari è di nuovo progredito del 442% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Per effetto del trasferimento di investimenti di capitale alle fondazioni anche i redditi da capitale hanno accusato una vistosa contrazione rispetto all’anno precedente, slittando a CHF 761 milioni (2018: CHF 1,3 miliardi).
A seguito della trasformazione il risultato d’esercizio è diminuito a CHF 127 milioni (2018: CHF 191 milioni). Tale calo è dovuto in particolare al risultato d’investimento più basso come pure dalla diminuzione del 33,5% dei premi di rischio e di costo. Nel contesto della trasformazione è stato possibile ridurre il livello dei premi a favore dei clienti. In più, una parte del risultato può essere versata sotto forma di eccedenze, anziché doverla destinare al finanziamento delle perdite di conversione in rendita.
Rispetto all’esercizio precedente, le prestazioni assicurative sono aumentate di CHF 17,3 miliardi, salendo a CHF 27,1 miliardi (2018: CHF 9,8 miliardi), un incremento imputabile soprattutto ai maggiori oneri per i riscatti indotti dal trasferimento degli averi di vecchiaia alle fondazioni.
A fine 2019 AXA aveva in portafoglio nella previdenza professionale 332 363 assicurati attivi (2018: 405 236) e 68 118 beneficiari di rendita (2018: 70 954). Nel 2019 i costi sono migliorati del 7,6% rispetto all’anno precedente. In seguito alla flessione del numero di assicurati dettata dalla transizione, i costi per assicurato attivo sono saliti a CHF 558 (2018: CHF 502) e saranno progressivamente abbassati nei prossimi anni.
Nel ramo di attività assoggettato alla quota minima AXA ha fatto registrare nel 2019 una cifra d’affari determinante di CHF 1,2 miliardi (2018: CHF 2,0 miliardi). Di questi il 90,1%, ossia CHF 1,1 miliardi (2018: CHF 1,9 miliardi) sono stati utilizzati a favore degli assicurati nella forma di prestazioni assicurative, potenziamento delle riserve e attribuzioni al fondo delle eccedenze. Il risultato d’esercizio per il comparto di attività assoggettato alla quota minima è sceso da CHF 183 milioni (2018) a CHF 122 milioni.
I proventi netti da investimenti di capitale in ragione di CHF 761 milioni corrispondono a un rendimento del capitale dell’1,98% (2018: 2,44%).
Mentre nel solco del passaggio dall’assicurazione completa alle soluzioni semiautonome l’enfasi era posta soprattutto sull’assistenza ai clienti già in portafoglio, ora AXA sta di nuovo sensibilmente crescendo anche sul versante dei nuovi clienti. Nel primo trimestre il numero degli assicurati nell’ambito dei nuovi affari è aumentato da 6431 unità nel 2019 a 34 857 unità nel 2020, in rialzo del 442%. Per il 2020 gli averi di vecchiaia gestiti delle fondazioni collettive semiautonome sono quindi progrediti da 23,8 miliardi a 26,3 miliardi, pari a un incremento di oltre il 9%.
Conto d’esercizio: www.axa.ch/conto-esercizio
Per l’anno 2019 AXA pubblica i risultati delle attività del ramo Vita collettiva per la tredicesima volta sulla base dello schema di pubblicazione definito dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nell’ambito delle disposizioni in materia di trasparenza. La base è costituita dalla chiusura statutaria di AXA Vita SA, determinante tra l’altro per l’attribuzione delle eccedenze agli assicurati. Nel 2003, l’allora Winterthur è stata la prima compagnia di assicurazione sulla vita a far sottoporre a verifica da parte della propria società di revisione non soltanto il conto annuale statutario, ma anche il conto d’esercizio per il ramo Vita collettiva in Svizzera. In seguito, le informazioni a tale riguardo sono state rese accessibili al pubblico su base annuale.
La quota minima (legal quote) costituisce una prescrizione di legge per gli assicuratori privati che regola la ripartizione dell’utile tra assicurati e assicuratori (art. 37 LSA, art. 147 segg. OS). Il principio della quota minima prevede che almeno il 90% dei proventi (detti anche cifra d’affari determinante) debba essere utilizzato a favore degli assicurati sotto forma di prestazioni assicurative, potenziamento delle riserve e attribuzioni al fondo delle eccedenze. Nella fattispecie, la cifra d’affari determinante è costituita dai proventi d’investimento più i premi di costo e di rischio. Gli assicuratori vita possono trattenere al massimo il 10% di questi proventi a titolo d’indennizzo per il capitale di rischio messo a disposizione per le garanzie dei clienti.
Nelle soluzioni previdenziali semiautonome i rischi d’invalidità e decesso vengono trasferiti a una compagnia di assicurazione, mentre i rischi d’investimento sono assunti dalla fondazione collettiva. Ciò significa che gli averi di vecchiaia sono investiti dalla fondazione, coadiuvata da un grosso asset manager. La strategia d’investimento viene fissata dal consiglio di fondazione. Se si ottiene un buon rendimento gli assicurati approfittano di una remunerazione vantaggiosa. Oltre a questo, per il processo di risparmio viene a cadere la detrazione per la parte corrispondente alla quota minima (legal quote) applicata nell’assicurazione completa. Al contempo, però, nel caso delle soluzioni semiautonome anche gli assicurati sostengono i rischi d’investimento, a significare che la fondazione collettiva potrebbe presentare un deficit di copertura. Una sottocopertura subentra quando il valore degli investimenti non copre più al 100% gli impegni relativi alle rendite. A differenza delle assicurazioni complete, un deficit è temporaneamente consentito senza che debbano essere adottate misure di risanamento immediate, se può essere pareggiato nel tempo attraverso i mercati dei capitali. Se invece si registra una perdita sugli investimenti, nel regime obbligatorio LPP gli assicurati ricevono in ogni caso l’interesse minimo previsto dalla legge. Per le fondazioni semiautonome valgono direttive d’investimento meno rigide rispetto alle assicurazioni complete. Ciò offre loro possibilità più ampie di cogliere, con il capitale di risparmio disponibile, opportunità di rendimento sui mercati dei capitali e ottenere rendite più elevate per gli assicurati. Inoltre le soluzioni semiautonome consentono di arginare la ridistribuzione estranea al sistema dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendita di vecchiaia e dall’ambito sovraobbligatorio a quello obbligatorio, poiché sono possibili rendimenti più elevati.
L’aliquota di conversione indica il tasso con cui l’avere di vecchiaia accumulato nella cassa pensione viene convertito in rendita. A fronte di un avere di vecchiaia di CHF 100 000, con un’aliquota di conversione del 6,8% si ottiene una rendita annua di almeno CHF 6800. L’aliquota di conversione costituisce un valore percentuale contabile basato su un’aspettativa di vita e un rendimento d’investimento. Negli ultimi anni entrambi questi parametri hanno subito modifiche sensibili. L’aliquota di conversione prevista dalla legge, però, praticamente non è stata adeguata in funzione delle crescenti aspettative di vita e degli sviluppi sui mercati finanziari. Proprio a causa di questa aliquota di conversione troppo elevata, oggi il capitale di vecchiaia di un pensionato viene esaurito anticipatamente, rendendo necessaria, nell’ambito del processo di risparmio, una ridistribuzione dagli assicurati attivi ai beneficiari di rendita.
Sotto questa voce figura il valore degli impegni contrattuali nei confronti degli assicurati che devono essere garantiti in una prospettiva di lungo periodo. Gli assicuratori sono tenuti a costituire sufficienti accantonamenti e a verificare periodicamente che siano conformi alle basi matematiche in vigore, rispettando il principio secondo cui deve essere garantito il costante adempimento degli impegni derivanti dai contratti di assicurazione. Come base per il calcolo degli accantonamenti tecnici vengono considerate le seguenti posizioni: averi di vecchiaia degli assicurati attivi, capitale di copertura per le rendite correnti e fondo per la partecipazione alle eccedenze.
Le assicurazioni complete rappresentano delle soluzioni della previdenza professionale in cui, oltre ai rischi d’invalidità e decesso, vengono trasferiti a una compagnia di assicurazione anche i rischi d’investimento. Diversamente dalle soluzioni semiautonome, nell’assicurazione completa tutti gli impegni concernenti le rendite, inclusa la remunerazione minima, devono essere coperti in ogni momento con capitale e i relativi investimenti devono essere sostenuti con capitale di rischio supplementare.
Circa due milioni di clienti in Svizzera confidano nel know-how di AXA per quanto riguarda le assicurazioni di persone, cose, responsabilità civile e sulla vita come pure per la prevenzione e promozione della salute e per la previdenza professionale. Grazie a prodotti e servizi innovativi negli ambiti mobilità, salute, previdenza e imprenditoria nonché a semplici processi digitali, AXA è al fianco dei suoi clienti come partner e li incoraggia con la sua promessa di marchio «Know You Can» a credere in se stessi anche in situazioni difficili. Questo l’obiettivo a cui lavorano quotidianamente i circa 4500 collaboratori e i 2800 colleghi della Vendita. Con oltre 340 succursali, AXA dispone della rete di distribuzione più ampia del settore assicurativo in Svizzera. AXA Svizzera fa parte del Gruppo AXA e nel 2019 ha conseguito un volume d’affari pari a CHF 6,8 miliardi.