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Protezione dei giovani: quali sono i diritti e gli obblighi dei minori?

Foto: KEYSTONE-SDA
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Più i ragazzi crescono e maggiori sono i loro diritti, ma anche i doveri e le responsabilità. Guidare l’auto, uscire di casa, sposarsi: sono tutte attività previste a partire dai 18 anni. E fin qui è tutto chiaro. Ma da che età è consentito bere birra? In caso di danni un minore deve fare fronte ai costi in prima persona? E da quando è possibile sottoscrivere un contratto di compravendita? Leo Loosli vi presentiamo le risposte a domande di natura giuridica riguardanti la vita quotidiana dei teenager.

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    Leo Loosli

    Leo Loosli è giurista presso AXA-ARAG, dove si occupa di Market Management nonché di diritto contrattuale, successorio, familiare e delle persone in qualità di esperto.

Lina ha 14 anni e nel fine settimana vuole rimanere in giro per la città con le amiche fino alle 11 di sera. È prevista una regolamentazione a livello giuridico per i minori in quanto a uscite?

Non vi sono disposizioni di legge che regolino l’età a partire dalla quale i giovani possono uscire e l’ora fino a cui rimanere fuori casa. Nel caso dei minorenni la decisione spetta ai genitori o a chi è responsabile dell’educazione. Fintanto che i genitori di Lina sono d’accordo che la ragazza resti fuori fino alle 11 di sera, dal punto di vista giuridico non vi è alcuna opposizione.

Il padre di Federico teme che il giovane, di 17 anni, fumi erba e gli proibisce di uscire. Può farlo?

Dato che Federico non è ancora maggiorenne, nell’esercizio della loro autorità parentale i genitori possono proibirgli di uscire. In questo caso alla madre e al padre del ragazzo si consiglia tuttavia di cercare piuttosto il dialogo con il figlio e di parlare apertamente con questi dell’uso di stupefacenti. In alternativa in diversi cantoni sono presenti anche appositi centri informativi per giovani dedicati al tema delle droghe. 

Nino, di 15 anni, ha distrutto l’auto dei vicini con il suo skate. Se il ragazzo non dispone di denaro a sufficienza sul suo conto dovranno farsi carico del danno i genitori?

In linea generale i genitori sono responsabili per i figli minorenni e rispondono dei danni da loro causati. Secondo la legge una responsabilità di questo tipo sussiste tuttavia solo qualora i genitori siano venuti meno al loro obbligo di sorveglianza.

Se un ragazzo di 15 anni va in skateboard non è richiesta alcuna sorveglianza particolare da parte di uno dei genitori. In questo caso l’obbligo di sorveglianza non è dunque stato violato. In altre parole, dal punto di vista giuridico, procedendo nei confronti dei genitori il vicino non otterrà alcun effetto e dovrà limitarsi a rifarsi su Nino.

Nella pratica però, nella maggior parte dei casi chi subisce un danno si rivolge direttamente ai genitori e la questione viene regolata ricorrendo all’assicurazione di responsabilità civile. Tale procedura si rivela opportuna per due diversi motivi: da un lato i rapporti tra vicini non vengono incrinati, dall’altro Nino non entrerà nell’età adulta con debiti pendenti, ossia con un attestato di carenza dei beni a suo carico.

Nils, di 17 anni, dà una festa. Alcuni amici già maggiorenni portano con sé delle pastiglie di ecstasy e le offrono agli invitati. Come dovrebbe comportarsi Nils in questa situazione?

Passando ecstasy ad altre persone, gli amici di Nils si rendono perseguibili per violazione della legge sugli stupefacenti. Questa non punisce solo la distribuzione, lo spaccio o il possesso di sostanze stupefacenti, ma anche il loro consumo. In tal senso, si rendono passibili di sanzioni anche tutti coloro che assumono le pasticche.

Come dovrebbe reagire Nils in queste circostanze? A seconda del singolo caso è possibile che anche Nils si renda punibile: non intervenendo si potrebbe infatti ritenere che fornisca un contributo minimo all’atto lesivo a livello di complicità; in questo specifico contesto dovrebbe inoltre essere considerato «garante» data la sua responsabilità nei confronti di altri.

In questa situazione è consigliabile dunque che Nils coinvolga un adulto e che chieda agli amici di non distribuire pastiglie agli altri ospiti, invitando i detentori dell’ecstasy a lasciare la festa. Eventualmente, se la droga è già stata assunta dovranno essere allertati anche i soccorsi e la polizia.

A quale sanzione può andare incontro Nora, 16 anni, per aver disegnato alcuni graffiti sui muri di una scuola?

Deteriorando una proprietà altrui Nora ha compiuto volontariamente il reato di danneggiamento. Dato che però non è ancora maggiorenne, la ragazza verrà punita ai sensi del diritto penale minorile. Per quanto riguarda i singoli reati, la Legge federale sul diritto penale minorile prevede pene molto più lievi rispetto al diritto penale degli adulti.

Concretamente sono previste le seguenti sanzioni:

  • l’ammonizione (disapprovazione formale del fatto, avvertimento);
  • la prestazione personale (servizio personale a titolo gratuito presso un’ istituzione sociale o un  ente pubblico);
  • multe (solo per i giovani sopra i 15 anni, fino a un massimo di 2000 franchi) e la
  • privazione della libertà (solo per chi ha compiuto 15 anni).

In questo caso Nora potrebbe incorrere in un ammonizione, una prestazione personale o una multa.

Nella pratica però solo in pochissimi casi viene avviato un processo penale o si arriva a una condanna. Trattandosi di danneggiamento di cose e di reato perseguibile a querela di parte, è necessario che venga sporta denuncia affinché le autorità di perseguimento penale possano avviare un processo. Spesso se il giovane accetta le misure disciplinari riportate nel regolamento scolastico, le scuole rinunciano a sporgere denuncia. Tali misure potrebbero prevedere ad esempio che Nora pulisca il muro nel suo tempo libero o che riceva un avvertimento o un ammonimento.

I giovani e l’alcol

Le norme a protezione della gioventù prevedono quanto segue:

  • non è consentito vendere o servire alcol a bambini e ragazzi sotto i 16 anni;
  • birra e vino possono essere venduti o serviti solo a chi ha compiuto 16 anni;
  • liquori, cocktail e alcopops possono essere venduti o serviti solo a chi ha compiuto 18 anni.

I limiti di età di 16 e 18 anni per la vendita di alcol sono sanciti dalla legge a livello nazionale e si applicano dunque a tutta la Svizzera. Alcuni cantoni hanno però inasprito queste misure e anche i commercianti al dettaglio, ad esempio Coop, vendono alcol solo ai maggiorenni.

I ragazzi di 16 anni possono acquistare e consumare alcopops?

Secondo la legge federale sulle bevande distillate (Legge sull’alcool) i negozi non possono vendere tali bevande, tra cui nel senso più ampio del termine sono inclusi anche gli alcopops, ai minori di 18 anni.

Al momento non vi è tuttavia alcuna legge che vieti attivamente ai giovani di acquistare e consumare bevande distillate. Le leggi a protezione della gioventù trasferiscono la responsabilità per la protezione dei giovani agli adulti. Se dunque un giovane acquista e consuma alcopops non deve temere alcuna sanzione ai sensi della legge. L’attività commerciale che ha venduto gli alcopops può invece incorrere in una multa o nel ritiro della licenza.

Maria ha già compiuto 16 anni e a una stazione di servizio acquista della birra per le sue amiche di 15 anni. Così facendo si rende perseguibile?

A livello di protezione dei giovani, le circostanze in cui Maria acquista della birra per le sue amiche più giovani sono senz’altro problematiche, però la ragazza non si rende necessariamente perseguibile. Per la fattispecie definita «Somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute», la distribuzione di bevande alcoliche in una quantità che possa danneggiare la salute è perseguibile.

Qualora si tratti di quantità molto limitate e con una bassa gradazione alcolica, ad esempio una panaché, è probabile che l’azione non sia punibile. Maggiore sono la quantità e la gradazione alcolica e più ci si rende passibili di reato.

Se i genitori offrono una birra a ragazzi di 15 anni a casa propria si rendono perseguibili?

Dal punto di vista puramente giuridico, qualora i genitori offrano ai figli una quantità di alcol tale da metterne a rischio la salute, il gesto potrebbe rientrare nella «somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose». La «messa a disposizione» di piccole quantità, ad esempio di un sorso di birra, non è tuttavia perseguibile. 

Protezione dei giovani in Svizzera

Le norme a protezione dei giovani sono composte da diverse leggi federali e cantonali . A loro interno è stabilità l’età minima per il consumo di tabacco e alcol , inoltre viene indicato dove e in che limiti di tempo questi possono essere consumati nei luoghi pubblici.

Pascal, 16 anni, ha stipulato un contratto con un boxe club e i suoi genitori hanno sottoscritto a loro volta il documento. Se Pascal non può fare fronte al pagamento dell’importo previsto devono farsene carico i genitori?

In questo caso dipende da chi è costituita la parte contrattuale. Se Pascal ha stipulato il contratto a suo nome e i genitori lo hanno sottoscritto solo per motivi puramente giuridici poiché ne è richiesto il consenso, allora è il giovane a essere parte contraente. In tal caso i diritti e gli obblighi del contratto riguardano solo Pascal e i suoi genitori non dovrebbero farsi carico dei costi del club. Per definire invece chi è nel concreto la parte contraente si consiglia di leggere dapprima il contratto con attenzione e, in caso di dubbi, di richiedere informazioni, ad es. alla vostra assicurazione di protezione giuridica o direttamente al partner contrattuale.

Nella realtà pratica, nonostante non siano tenuti a farlo, i genitori potrebbero però avere tutto l’interesse ad assumersi i costi, dato che il club di boxe potrebbe avviare una procedura d’esecuzione nei confronti del giovane. Se il club procedesse in questo senso e il pagamento non venisse effettuato, al termine della procedura esecutiva verrebbe emesso un attestato di carenza di beni. Il club potrà così avviare in futuro una nuova procedura d’esecuzione. Pascal entrerebbe nell’età adulta già con debiti a suo carico e, in determinate circostanze, potrebbe avere difficoltà a ricevere un credito o trovare casa.

Simon, 17 anni, e i suoi genitori proprio non vanno d’accordo e il ragazzo vuole trasferirsi dal fratello maggiore. Può farlo?

In linea di massima un giovane può scegliere liberamente il proprio domicilio solo a partire dai 18 anni. Prima del raggiungimento della maggiore età un ragazzo non può dunque andarsene semplicemente dalla casa dei genitori se questi non forniscono il proprio consenso. Se tuttavia nel caso specifico il rapporto in famiglia è logoro al punto che la convivenza non risulta più ragionevole, su richiesta dei genitori o del figlio l’autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) può predisporre che le parti vivano separatamente.

Qualora i genitori di Simon concordino che questi esca di casa per andare a vivere dal fratello maggiore, allora il giovane potrà lasciare l’abitazione familiare. Nel caso in cui però i genitori si rifiutino di assecondare il desiderio del ragazzo, questi dovrà rivolgersi all’APMA affinché gli venga concesso di trasferirsi. Se sussistono ragioni effettive per cui la convivenza non risulti ragionevole, l’autorità approverà il trasferimento del giovane.

In quali casi un minore di 18 anni può essere punito con una pena detentiva?

In caso di crimine o delitto anche i giovani possono essere condannati a una pena detentiva. Per crimini si intendono quei reati per cui, nel diritto penale degli adulti, è comminata una pena detentiva di oltre tre anni, ad esempio una lesione personale grave. Si parla invece di delitto se la legge prevede come sanzione una pena detentiva di massimo tre anni o una pena pecuniaria.

Se l’autore del reato ha più di 15 anni può essere pronunciata una pena detentiva di massimo un anno. Qualora il giovane abbia invece compiuto il 16° anno d’età, la pena detentiva può arrivare anche a quattro anni.

Amina, 15 anni, non vuole più andare in vacanza con i genitori e i tre fratellini. Quali sono i suoi diritti?

Dal punto di vista giuridico spetta ai detentori dell’autorità parentale, ossia ai genitori, stabilire se Amina debba andare in vacanza con la famiglia o possa restare a casa da sola. Qualora i genitori non siano d’accordo che rimanga a casa senza di loro, Amina sarà subordinata alla loro volontà e dovrà partire in vacanza con la famiglia.

Il quattordicenne Elia si rifiuta di andare agli incontri in preparazione alla Confermazione e vorrebbe piuttosto lasciare la Chiesa. Può farlo?

Dal punto di vista giuridico, con il compimento dei 16 anni i ragazzi raggiungono la maggiore età per le questioni religiose. Questo significa che possono lasciare la Chiesa anche senza il consenso dei genitori. Dato che Elia non ha ancora compiuto 16 anni, per uscire dalla Chiesa gli occorre ancora l’autorizzazione dei genitori. Lo stesso vale anche per la Confermazione e il relativo corso di preparazione: anche in questo caso Elia è vincolato al consenso dei genitori.

La Confermazione segna inoltre l’ingresso nella comunità ecclesiale dei giovani, che per la Chiesa hanno ora superato la maggiore età come cristiani, per cui si consiglia comunque di discutere con il ragazzo del suo desiderio di lasciare la Chiesa. La Confermazione viene inoltre conferita generalmente tra i 15 e i 16 anni, ossia proprio alla soglia della maggiore età per le questioni religiose.

La madre di Robin, 15 anni, legge regolarmente i messaggi sul suo cellulare. Può farlo?

Sulla base della sezione «Violazione di segreti privati» del Codice penale, i genitori non hanno il diritto di aprire o leggere la corrispondenza dei figli capaci di discernimento senza che vi sia un motivo particolare o senza il loro esplicito consenso. Questa disposizione riguarda anche la messaggistica elettronica con crittografia «end-to-end», ad esempio i messaggi inviati con WhatsApp.

Se la mamma di Simon legge regolarmente i suoi messaggi sul cellulare, violando così (ripetutamente) i segreti privati, si rende punibile. In caso di denuncia da parte di Simon incorrerà dunque in una multa.

Cosa cambia con la maggiore età?

  • Firma giuridicamente valida: i giovani posso sottoscrivere da sé contratti d’affitto o di compravendita, oppure il registro delle assenze.
  • Diritto di voto come cittadini svizzeri, in più a partire dai 18 anni è possibile essere eletti per le cariche pubbliche, ad es. come consigliere comunale o sindaco.
  • Consumo di bevande alcoliche – anche distillati (liquori) e alcopop possono essere acquistati e consumati
  • Superare l’esame pratico e ottenere la licenza di condurre – Limitato alla categoria A (fino a 35kW); dal 2021 è possibile guidare veicoli di cilindrata non superiore ai 125cm³ già dai 16 anni
  • Matrimonio
  • Invio della posta diretto, ad es. dall’azienda di tirocinio, dalla scuola o da parte di uffici pubblici.
  • Obbligo militare: in quanto cittadino svizzero entri a far parte dell’esercito.
  • Obbligo fiscale: coloro che hanno raggiunto la maggiore età devono compilare una dichiarazione d’imposta, anche se non hanno entrate, altrimenti saranno tenuti a pagare una multa disciplinare.
  • Conto bancario o postale: in Svizzera a partire dai 18 anni è possibile aprire un conto, di cui si è responsabili personalmente.

Selma, 17 anni, e il suo ragazzo di 19 anni vogliono sposarsi. I loro genitori sono d’accordo. Possono contrarre matrimonio?

In Svizzera può sposarsi solo chi ha compiuto 18 anni ed è dunque maggiorenne e capace di discernimento.

Nonostante il consenso dei genitori, Selma e il suo ragazzo devono dunque attendere fino al compimento del 18° anno della giovane prima di poter pronunciare il «Sì».

Janina, 16 anni, vuole farsi prescrivere la pillola senza che i genitori ne vengano a conoscenza. Può farlo?

La decisione di farsi prescrivere la pillola rientra tra i diritti strettamente personali, per i quali è richiesta una capacità di discernimento, ossia la capacità di agire in modo ragionevole in una determinata situazione. In linea di massima, nel caso di una ragazza di 16 anni si può presumere che sia matura a sufficienza per scegliere un mezzo contraccettivo.

Concretamente Janina può farsi prescrivere la pillola senza doverne parlare con i suoi genitori. La giovane non deve inoltre temere che il medico che effettua la prescrizione possa informare la famiglia: sulla base del segreto professionale, questi non può infatti comunicarlo ai genitori.

Anna ha 15 anni e vorrebbe avere rapporti sessuali con il suo ragazzo di 20 anni. È consentito?

In Svizzera l’età di protezione è di 16 anni. Chi dunque ha contatti di natura sessuale con giovani di età inferiore ai 16 anni si rende perseguibile. Gli atti sessuali con minori di 16 anni non sono punibili se la differenza di età tra le parti non è superiore ai tre anni. Al 16° anno di età un ragazzo o una ragazza si intendono adulti dal punto di vista sessuale e possono avere rapporti con persone di ogni età, purché queste siano a loro volta sessualmente maggiorenni o la differenza d’età non sia superiore ai tre anni.

Dato che Anna ha solo 15 anni e il suo ragazzo ne ha già 20, e la differenza è dunque superiore ai tre anni, avendo rapporti con la giovane questi si rende perseguibile.

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Che cosa s’intende per età di protezione?

Si presuppone che i giovani sotto i 16 anni non siano ancora maturi a sufficienza per decidere autonomamente delle proprie relazioni sessuali.

In Svizzera, in linea di massima, l’età di protezione è fissata dunque a 16 anni. Qualsiasi atto sessuale che coinvolga un giovane sotto i 16 anni è dunque punibile. 

Quest’età è stata definita al fine di proteggere i ragazzi da esperienze che potrebbero avere conseguenze negative sul loro sviluppo sessuale.

Gianni, 16 anni, vuole acquistare un motorino con il suo salario d’apprendista. Può farlo anche contro la volontà dei suoi genitori?

Gianni gode di diritti civili limitati, dato che è minorenne ma capace di discernimento. Il contratto può dunque venire in essere solo se i genitori, in precedenza o a posteriori, forniscono il loro consenso alla stipulazione del negozio giuridico. Costituisce un’eccezione a questa regola l’acquisto di beni per un importo pari a quello della paghetta.

Dato che il costo del motorino sarà probabilmente superiore alla paghetta stessa, i genitori di Gianni potranno opporsi a posteriori a detto negozio. In altre parole, Gianni non può acquistare il mezzo contro la volontà dei suoi genitori.

Romina, 16 anni, vuole interrompere l’apprendistato ma i genitori non sono d’accordo. Possono imporre alla figlia di concludere la formazione?

Data la sua età, Romina gode di diritti civili limitati. Per poter stipulare un contratto di apprendistato giuridicamente valido i genitori devono dare il proprio consenso e sottoscrivere a loro volta il documento. Allo stesso modo è necessaria l’autorizzazione dei genitori anche per sciogliere il contratto.

Dal punto di vista puramente giuridico i genitori di Romina possono dunque imporle di portare a termine l’apprendistato.

In una situazione di questo tipo consigliamo ai genitori di cercare innanzitutto un dialogo con i propri figli. A seguire può risultare opportuno contattare l’azienda di tirocinio, se necessario coinvolgendo anche l’Ufficio della formazione professionale, per discutere di possibili soluzioni. In questo modo si potrà garantire che la ragazza o il ragazzo concludano la formazione e si preparino per il mercato del lavoro.

Vanessa ha iniziato il suo apprendistato e abita con la sua famiglia. I genitori vogliono che versi 200 franchi al mese dal suo salario da apprendista per l’affitto e il cibo. È corretto?

In linea di massima i giovani possono gestire il salario guadagnato e disporne autonomamente. La legge prevede tuttavia che coloro che abitano ancora con i genitori e hanno un reddito regolare, in questo caso il salario da apprendista, debbano contribuire con una determinata quota al proprio mantenimento laddove i genitori lo richiedano.

La legge non definisce però che somma sia da ritenersi adeguata nel singolo caso. In caso estremo il contributo può essere tale da coprire i costi effettivi, ma in generale si suggerisce di prevedere un importo compreso tra il 10 e il 20 per cento del salario da apprendista. 

A seconda dell’ammontare del salario da apprendista, i 200 franchi richiesti dai genitori di Vanessa sono adeguati. Di conseguenza, la ragazza può essere obbligata a versare 200 franchi anche se tale importo supera la raccomandazione del 10-20 per cento.

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Durante le vacanze estive Eron, 16 anni, vuole lavorare presso una falegnameria, ma i genitori non sono d’accordo. Possono impedire al figlio di svolgere un lavoro estivo?

In questo caso Eron gode di diritti civili limitati, dato che è capace di discernimento ma non è maggiorenne. Per poter stipulare un contratto giuridicamente valido per un lavoro estivo è dunque necessario il consenso dei genitori. Questi però non sono d’accordo che Eron lavori in una falegnameria durante le vacanze, per cui il ragazzo non potrà iniziare a operare in questo contesto senza la loro autorizzazione.

Lina ha 14 anni e vorrebbe lavorare come baby-sitter. Quante ore di lavoro alla settimana sono consentite?

Secondo la Legge sul lavoro e l’Ordinanza sulla protezione dei giovani lavoratori, a partire dai 13 anni è consentito svolgere lavori leggeri. Si intendono come tali quelle attività che non hanno ripercussioni negative sulla salute, la sicurezza e lo sviluppo dei giovani e non ne pregiudicano la frequenza delle lezioni a scuola e le prestazioni scolastiche. È ad esempio un lavoro leggero la distribuzione di giornali e materiale pubblicitario. Durante il periodo scolastico è consentito svolgere lavori leggeri per un massimo di 3 ore al giorno e un totale di 9 ore a settimana. Nelle vacanze scolastiche è invece possibile dedicarsi a un’attività lavorativa per la metà delle ferie stesse e per un massimo di 8 ore al giorno e 40 ore a settimana.

Durante il periodo scolastico Lina può dunque lavorare come baby-sitter per 9 ore a settimana, non superando però le 3 ore al giorno. Durante le vacanze estive può invece fare la baby-sitter per la metà del tempo, senza superare le 40 ore a settimana e le 8 ore al giorno.

A Emilio (14) e ai suoi amici piace sfrecciare per la città con il monopattino elettrico e, per una questione di costi, spesso ne prendono uno in due. È consentito?

In Svizzera per circolare con un monopattino elettrico bisogna avere almeno 14 anni ed essere in possesso di una licenza di condurre di categoria M. A partire dai 16 anni non è più richiesta alcuna patente. 

Per quanto divertente ed economico possa essere, non è consentito viaggiare in due sullo stesso monopattino elettrico: si deve sempre andare da soli.

Per maggiori informazioni leggere il consiglio giuridico sulla circolazione in monopattino elettrico di MyRight.

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